A Bright Hope,una cittadina del vecchio west,alcuni abitanti vengono rapiti da una misteriosa e pericolosa tribù cannibale, toccherà allo sceriffo ed altri 3 uomini del posto intraprendere un lungo viaggio nel tentativo di recuperare i concittadini.
L’esordiente S. Craig Zahler debutta con un titolo difficile da inquadrare nei canoni standard, nel costruire Bone Tomahawk si è infatti divertito a prendere un po’ qui e là dei generi diversi mescolandoli con un gusto personale, con un risultato che sa dei fagioli del vecchio west e sangue finto, condito con il pepe del black humor.

Il viaggio è lungo anche per lo spettatore, siamo oltre le 2 ore di durata, con una trama che procede a fuoco lento, con molti dialoghi e picchi di filosofia spiccia che vengono sfruttati per presentarci i protagonisti ed il modo in cui seppur diversi si sono uniti contro un unico nemico, a tratti si può dire che Zahler quasi si atteggia a novello Tarantino, ma senza esagerare.

Questo atipico road trip sfocia in orrore sul finale, un esplosione di gore a freddo che lo spettatore aspetta dall’inizio, Bone Tomahawk stuzzica a intervalli puntuali la sete di sangue finto con piccoli assaggi in attesa del piatto forte, una fiammata che arriva quando sembra ormai troppo tardi.
La fotografia è ben curata, si vede amore per il polveroso west cinematografico, per i suoi colori,il suo stile e i suoi costumi, riproposti nel 2015 come se i bei tempi di Eastwood non fossero mai passati.

Impossibile non parlare del cast, un quartetto che vede Kurt Russell mattatore accompagnato da Richard Jenkins, Patrick Wilston e Matthew Fox.
Bone Tomahawk probabilmente non è un film per tutti, potrebbe annoiare gli amanti dell’orrore tutto e subito, ma se saprete aspettarlo lui sarà come ricompensarvi.
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Trama
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Fotografia
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Location
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Recitazione
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Colonna sonora

