Intervista a Val Romeo – Conversazione sul Fumetto

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PJN intervista Val Romeo, una delle disegnatrici italiane più promettenti degli ultimi anni!

Il primo episodio di Conversazione sul Fumetto (QUI), è andato splendidamente, ma PJN non si ferma un’istante ed eccovi un’altra intervista legata a chi dà una forma e un volto al tormentato eroe di New Heliopolis.

Oggi è con enorme piacere che condivido con voi le risposte della strepitosa Val Romeo, disegnatrice siciliana, che ha prestato la sua arte su Jonathan Steele, Nathan Never, Rourke, Dylan Dog e Morgan Lost.

Vi ricordo che potete trovare la recensione del secondo albo di Morgan Lost Dark Novels, dove la trovate in qualità di disegnatrice QUI. Val è poi attivissima nel gruppo Facebook dedicato a Morgan Lost (QUI), e non sarà difficile incontrarla o scambiarci due parole.

Ma bando alle ciance e scopriamo chi è Val Romeo!

1 Perché e quando hai cominciato a disegnare fumetti?

Io volevo solo imparare a disegnare e vivere di arte.

Fin da piccola ho manifestato questo desiderio e passavo molto tempo a disegnare.

I miei genitori erano intimoriti da questa mia predisposizione. Pensavano che non avrei fatto facilmente strada, come tutti a quei tempi si aspettavano una laurea e un posto fisso. La vita mi ha indirizzato verso il fumetto in varie tappe. Al liceo scientifico la mia compagna di banco comprava Dylan, lo leggevamo insieme durante le ore buca; a Napoli ho frequentato l’università di Architettura della Federico II. Una delle mie migliori amiche mi ha coinvolta con Lanciostory e Skorpio. Mi piaceva leggerli ma non pensavo ne avrei fatto una professione. Nel 2004, il giorno del mio compleanno trovai per terra un volantino della comix e pensai che almeno ci avrei dovuto provare. Non volevo disegnare solo architettura, volevo disegnare tutto. E il fumetto per me rappresenta la forma di arte che davvero ti fa affrontare tutto. Frequentai i corsi di laurea e anche la scuola italiana di Comix e prima di aver finito gli esami di architettura già lavoravo per la Star Comics. Penso che fosse scritto nel destino.

Adesso i miei sono orgogliosi. Spero lo sia anche mio padre da Lassù.

2 Quali sono gli autori ai quali ti sei ispirata e che hanno contribuito alla tua formazione come disegnatrice?

Secondo me il più grande artista è Dio, Madre Natura, Universo o come si vuole chiamarlo. Guardandomi intorno, da quando sono nata, non ho perso la buona abitudine di meravigliarmi.

Il disegno è una trasposizione della realtà unita ad una buona dose di sogni. In generale ammiro tutti gli artisti che hanno saputo rievocare quella sensazione di meraviglia che tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita.

Nel mio lavoro mi sono ispirata al fumetto argentino, così passionale e coinvolgente.

Ovviamente in Italia c’è l’imbarazzo della scelta nel Bel Disegno. Tanti maestri, ma l’anima pia che ha seguito ogni mio progresso è Gianluca Acciarino. Oltre ad essere bravissimo é molto critico e mi aiuta a superare i miei limiti.

intervista val romeo

3 Raccontaci una tua giornata tipo come disegnatrice.

La giornata ideale lavorativa parte con la sveglia alle 6, comincio a lavorare verso le otto, con i miei 4 gatti e la radio accesa su r101 o radio Virgin. Pausa ginnastica e pranzo dalle 12 alle 14. Riprendo a lavorare fino alle 18. Tempo libero (quando si può) e a letto presto. Se sono in ritardo lavoro anche nel weekend, altrimenti Domenica libera.

4 Il tuo segno però, come detto nella recensione, si è affinato e ha raggiunto vette di emotività elevatissime. Cosa ti ha spinto a cambiare e come sei riuscita a racchiudere tale forza in una semplice collezione di linee e segmenti? Qual è il tuo segreto?

Prima di tutto grazie di cuore, hai speso parole preziose sul mio lavoro.

Io penso che che non si arrivi mai ad una soddisfazione personale permanente. Questo pensiero mi rende spesso irrequieta e mi stimola a cercare qualcosa che mi appaghi. Il disegno è così complesso che c’è sempre qualcosa che ti sfugge. Quando ero ancora alle prime armi non riuscivo a disegnare esattamente quello che avevo in testa. Non riuscivo a visualizzarlo con chiarezza e quindi il segno era più impreciso e sintetico. Adesso, dopo 11 anni di lavoro continuo ho una visione più chiara e soprattutto ho capito quale era la mia attitudine. Ognuno di noi ha dei punti di forza, ma è difficile capire quali sono se non ci si conosce abbastanza. Nel tempo, leggendo i commenti sul mio lavoro ho capito su cosa puntare e ancora ci sto lavorando. Mi sento più libera, ma sento ancora che posso fare di più.

Il mio segreto dunque è sotto gli occhi di tutti: mai accontentarsi, e festeggiare passo per passo.

Ci vuole tanto tempo.

intervista val romeo

5 Quali sono i tuoi strumenti da lavoro preferiti (Alla fine ci avevo azzeccato sul pastello di grafite?) e cosa ne pensi della deriva digitale del disegno? Per te è un supporto o un ostacolo?

Io lavoro con matite dure e chiare per impostare la tavola, definisco con pennarelli di precisione e aggiungo le ombre con il pennello poco inumidito di china su foglio ruvido. L’effetto è come quello della matita, grafite, che però in stampa non verrebbe bene. Questa tecnica la usavano i fratelli Cestaro, miei cari amici. Gianluca Cestaro in particolare mi diede parecchi consigli su questa tecnica e mi trovo perfettamente a mio agio.

Il digitale è uno strumento come tanti altri. Di pro ha che ti fa risparmiare soldi nel tempo, tra colori, fogli, pennelli etc. Di contro ha che non ti resta materialmente nulla. Non si riesce a percepire il contatto tra l’artista e l’arte. E tra l’altro permette parecchi trucchi che bruciano le tappe. Penso sia uno strumento da usare nella maturità, quando già si hanno basi forti di disegno e colore.

Detto questo, non lo preferisco.

Io adoro sentire la sensazione del foglio sotto le dita, il rumore delle setole del pennello o della matita che scolpisce nel bianco.

6 La New Heliopolis di Morgan Lost ha sin da subito sorpreso critica e pubblico per la sua indubbia originalità. Quali sono state le principali influenze nella costruzione di questa città? Quali elementi tenti di risaltare maggiormente nella costruzione del mondo di Morgan Lost? Avete per caso una “Bibbia” a cui fare riferimento o come disegnatori avete piena libertà?

Certo, abbiamo una Bibbia fantastica progettata dal grande Alessandro Poli, che ha fatto parecchie ricerche per costruire New Heliopolis e delineare i personaggi principali. Ci è stata di grande aiuto, ognuno di noi ha dato la sua personalità alla città, ma New Heliopolis è rimasta molto vicina agli studi di Alessandro in tutte le versioni. Questa cosa è molto bella e dà omogeneità alla serie.

Io cerco sempre di far risaltare l’aspetto dell’antico Egitto, le differenze di livelli stradali, gli scorci soffocanti delle metropoli ma anche l’acqua che domina New Heliopolis e la ripulisce dall’orrore.

intervista val romeo

7 Questo Morgan Lost Dark Novels si è allontanato dagli standard Bonelli (formato 16×21 e 96 pagine) per avvicinarsi alle “Graphic Novel”. Quali sono state le sfide di questo nuovo formato e foliazione? Cosa si è perso e cosa si è guadagnato con questo cambiamento?

Sinceramente quei pochi centimetri a me sono serviti tanto. Da un po’ di tempo sento che le tre strisce classiche un po’ mi stanno strette e ho sperimentato molti modi alternativi per raccontare. Sembra che lo spazio non basti mai. Adesso posso utilizzare anche le 4 strisce e questo mi aiuta molto a movimentare la lettura. Le pagine in meno non sono un problema se il lavoro è continuo. Ma la continuity un po’ mi ha lasciato al buio, nel senso che conosco solo le mie storie quindi è un problema capire subito che tipo di atmosfera impostare. Ma ho piena fiducia in Claudio e se lui dice che va bene, va bene così.

8 Definisci Morgan Lost con 3 aggettivi.

Innovativo. Da quando è nato il progetto abbiamo fatto parecchi esperimenti anche ascoltando le opinioni del pubblico.

Dinamico. Ti risucchia in un vortice di emozioni diverse.

Introspettivo. Racconta storie che ti portano a riflettere.

9 Da dove nasce la tua passione per l’Antico Egitto che si palesa nella tua stessa firma/sigla?

 intervista val romeoNasce con me. Sempre attratta dalle antiche civiltà, ma studiandole sono riuscita ad innamorarmi solo dell’antico Egitto. La loro visione del mondo, della società, della religione, dell’arte e della scienza è parecchio vicina alla mia. Soprattutto la visione dell’arte: era un mezzo di conoscenza, celava o svelava misteri e magie, racconta storie di grandi uomini e donne che credevano che la Luce potesse trionfare sulle Ombre, l’Ordine sul Caos. Senza dubbio un pensiero positivo che oggi non riesco più a percepire nella nostra società.

Oggi ci sono molti altri modi, anche tecnologici di raccontare il nostro tempo, ma per me il disegno resta quello più affascinante, perché ci appartiene da sempre.

E’ l’occhio dell’anima, e gli Egizi lo sapevano bene. Pensavano che nei loro disegni, nella loro arte in generale, ci fosse un soffio di vita. Ed è questo che vorrei trasmettere anche io, un soffio di vita.

10 Per quale altro personaggio Bonelli o extra-Bonelli ti piacerebbe disegnare?

Mi piacerebbe fare un episodio di Zagor. Ma su questo per il momento resto vaga. Devo ancora finire il numero 6 di Morgan Lost.

11 Essendo il fumetto molto versatile in quale altro campo ti piacerebbe lavorare? Cinema? Serie animate? Videogiochi? O magari copertinista di libri e album discografici?

Non lo nascondo mai, sarebbe fantastico lavorare per il cinema o i videogiochi. Spero che la vita mi dia un’occasione prima o poi.

12 Hai mai pensato di divenire autrice completa e scrivere e disegnare un tuo fumetto?

Si, un po’ mi manca fantasticare per cose mie. Il mio lavoro consiste nel rendere in immagini le parole e le emozioni di un’altra persona, lo sceneggiatore. Magari sarà una delle mie evoluzioni future, se trovo l’avventura giusta da raccontare.

intervista val romeo

13 Quale consiglio daresti a un/a giovane appassionato/a di fumetti desideroso/a di trasformare questo passatempo in un lavoro?

Ricordare tre cose:

Costanza, determinazione e pazienza.

Devo dire che prima di andare alla scuola di fumetto disegnavo già tutti i giorni. Quando ero triste o molto felice… Non è che leggessi parecchi fumetti. Però dopo ho dovuto e ne ho tratto giovamento. La maggior parte dei ragazzi che ho incontrato da allieva o da insegnante, non legge molti fumetti. Non ha autori di riferimento. E’ un grosso sbaglio. Il disegnatore deve avere un grande bagaglio visivo, miliardi di immagini memorizzate che si mischiano come un sogno quando poi devi disegnare. Niente nasce dal nulla e il disegno si potenzia man mano che aumentano i tuoi dati nella memoria. Non te ne accorgi ma più riesci ad osservare e memorizzare ogni dettaglio della realtà o della sintesi di un artista, più cresce la tua capacità di disegnare. Disegnare tutti i giorni, con costanza. Quando si raggiunge una certa autonomia del disegno e una visione personale, il lavoro sarà molto più facile da trovare.

Ci vuole molto tempo per migliorarsi, bisogna sapere aspettare.

Il mio consiglio è quello di non pensare ai complimenti o a pubblicare, ma di guardare con obiettività il proprio lavoro, confrontarlo con autori affermati e rimboccarsi le maniche per colmare le proprio lacune, cercando anche consigli da chi ne sa più di voi.

Nonostante i no che incontrerete per la strada, (io ovviamente ne ho ricevuti, uno in particolare è stato un colpo duro) non perdete mai di vista il vostro obiettivo. Non è il momento giusto ma non significa che non tornerà l’occasione (quel “no” adesso pesa più a chi me lo ha detto).

Un grosso in bocca al lupo.

E viva il lupo, che è tanto carino 🙂

Ringrazio nuovamente Val Romeo per la sua infinita disponibilità e gentilezza e tutti noi di PJN non vediamo l’ora di poter leggere altre storie disegnate dal suo inconfondibile tratto!

Riccardo Maggi

Un giullare alla corte di Internet...