Carnival Row: la recensione della prima stagione

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Amazon Prime Video tenta nuovamente di sorprendere i suoi abbonati con Carnival Row, una serie fantasy basata sula sceneggiatura si Travis Beacham e René Echevarria, ma soprattutto sulla presenza di Orlando Bloom e Cara Delevingne nel cast

Un mondo alternativo dove l’uomo ha scoperto l’esistenza di diverse razza di “fatati” come fate e fauni e ha cercato di assoggettare le loro terre in una sanguinosa battaglia che ha visto da una parte The Burgue – al fianco della terra mistica di Tirnanoc- e dall’altra Il patto , una misteriosa fazione intenzionata a sconfiggerli. La sanguinosa guerra ha visto vincere questi ultimi e ora vede The bourgue alle prese con un problema di immigrazione, con le creature segregate, sottomesse e usate come servi.

In questa città cupa – che richiama una Londra dai tratti vittoriani e steampunk- si ritroveranno i lungamente divisi protagonisti Rycroft “Philo” Philostrate e la fata Vignette Stonemoss, che la guerra ha prima avvicinato, reso amanti e poi diviso, oltre a numerosi altri personaggi secondari che incroceranno le loro storie con le loro, mentre sullo sfondo agisce un misterioso assassino

Carnival Row mostra il dualismo fra le due realtà, quella degli abitanti della città e degli immigrati, una chiave di lettura sicuramente non innovativa, ma che qui viene decantata in chiave fantasy , in maniera similare a quanto fatto anche da Bright su Netflix, mostrandoci una situazione che, sostituendo i personaggi immaginari con i loro corrispettivi umani, risulta forse tristemente troppo reale dove trovano spazio immigrazione, xenofobia e povertà

 

Ed è forse questa la nota più lieta di uno show che scricchiola in più di una occasione, decisamente interessante dal punto di vista della fotografia e della regia, ma con cali di ritmo abbastanza evidenti giustificati dalla necessità di dare spazio anche alle storie secondarie, che nell’insieme toccano tanti aspetti di questa oscura città, forse troppi, rendendo l’insieme meno  incisivo sui temi e più confuso.

Carnival Row è un prodotto interessante, ma forse non in grado di sfruttare al 100% le sue potenzialità,  sicuramente ha tutte le possibilità per tornare per una seconda stagione e correggere i suoi errori di gioventù.

 

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Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD