Battlefield V: provato in anteprima il nuovo sparatutto DICE Dopo un primo assaggio non proprio entusiasmante, Battlefield V si è mostrato ai nostri occhi (e dita), nel corso della Gamescom 2018 di Colonia

5634 0
[themoneytizer id=17252-1]

Davvero, fidatevi: Electronic Arts ci ha in qualche modo preso tutti in giro. Battlefield V non è assolutamente quello che è sembrato a tutti noi nel corso della prima presentazione ufficiale avvenuta qualche mese fa poco prima dell’inizio dell’E3 2018. Battlefield V, o Victory a dir si voglia, è qualcosa di molto, molto di più. Noi di Projectnerd.it abbiamo potuto provarlo in anteprima nel corso della Gamescom 2018 e ne abbiamo viste davvero delle belle.

 

 

UNA POESIA DI GUERRA

E’ innanzitutto doveroso affermare come Battlefield V riprende a pieno toni quanto già fatto in Battlefield 1. Molti hanno parlato di una rappresentazione storica meno precisa e puntuale, ma in realtà non è affatto vero. Tutto quello che si può osservare in Battlefield V fa riferimento a un minuzioso studio storico delle località belliche visitate e sinceramente si vede. L’implementazione del genere femminile in guerra non è per noi motivo di critica e pensiamo in assoluto che non dovrebbe esserlo per nessuno. Alcuni hanno contestato tale scelta come un modo per raccogliere consensi dal pubblico femminile, ma nella realtà dei fatti le cose sono molto diverse. Dettaglio storico o meno, Battlefield V vuole andare incontro a chi, soprattutto, ha trovato piacere nel combattere nei server di Battlefield 1 e lo fa in un modo ancora più hardcore e letale di quanto potesse esserlo nel passato capitolo.

 

 

UNA BATTAGLIA RINNOVATA

La Seconda Guerra Mondiale è sicuramente stato un evento ben più caotico e disordinato rispetto al Primo Conflitto Mondiale. Diversamente dalla guerra del 14-18 infatti, nella WW2 si ha a che fare con moltissimi scenari urbani, spesso ancora abitati da civili. Non solo: i mezzi bellici messi a disposizione sono assolutamente più evoluti rispetto a quelli invece sperimentati in Battlefield 1 e di conseguenza cambia anche il modo di combattere il nemico. Nonostante tutto, le strategie da mettere in campo si dimostrano profondamente diverse rispetto a quanto poteva invece risultare vincente in BF1, questo poiché i campi di battaglia sono davvero molto diversi fra loro.

 

 

Tendenzialmente, andare in giro ad armi spianate non è mai una buona idea ed è sempre doveroso utilizzare una classe utile per una determinata circostanza di gioco. E’ per esempio inutile assaltare il nemico con un fucile da cecchino, mentre è assai determinante dover utilizzare nel modo corretto un ingegnere nel caso di battaglie fra veicoli blindati. Ciò che ci ha sinceramente sorpreso nella prova con Battlefield V è l’accentuato realismo delle situazioni: le armi della Seconda Guerra Mondiale sono decisamente più precise rispetto a quelle del conflitto precedente, ma i soldati al fronte disponevano di ancor meno risorse a causa di un numero maggiore di soldati. Proprio per questo motivo, ci siamo spesso ritrovati a dover salvare proiettili per proseguire al fine di proteggere o attaccare correttamente un obiettivo, lasciando temporaneamente in pace la fanteria avversaria per dedicarci al presidiamento di una postazione strategica.

 

 

UN CONFLITTO PIU’ RAGIONATO

In Gamescom 2018 abbiamo potuto combattere nella mappa urbana di Rotterdam, in una perfetta ricostruzione anni ‘40 della medesima. L’ambiente urbano ci ha permesso di combattere la fanteria nascondendoci tra i piani dei diversi palazzi presenti nella città, ma è bastato un carro nemico per spazzare via le nostre possibilità di copertura. Con un carro in agguato pronto a falciare i nostri compagni di squadra, abbiamo dovuto pensare a una strategia che ci permettesse di ostacolare la vista del blindato nemico per permetterci di bypassarlo e distruggerlo. Per farlo, abbiamo deciso di utilizzare alcune granate fumogene le quali hanno coperto il passaggio dei nostri ingegneri e soldati d’attacco.

 

 

Riuscendo nell’impresa di salvaguardare la posizione da fanteria avversaria che nel frattempo aveva compreso le linee guida della nostra strategia, i soldati d’attacco hanno potuto caricare dell’esplosivo direttamente sul carro nemico che, puntualmente, dopo qualche secondo è esploso in un turbine di fuoco e scintille. La nostra squadra è quindi riuscita a passare il crocevia prima presidiato dal carro, ma fu per noi impossibile prevedere un’imboscata nemica. Tale si è dimostrata decisamente aggressiva e si è conclusa con la distruzione di alcuni palazzi e decine di morti alleate e nemiche.

 

 

UN GUNPLAY PIU’ SOLIDO

Quanto appena raccontato è stato soltanto uno dei tantissimi avvenimenti tattici avvenuti nel corso della prova in Gamescom 2018. Considerando che nessuno dei 64 giocatori aveva dapprima mai giocato a Battlefield V prima di quel momento, si può comprendere come la nuova opera di DICE incoraggi scontri a fuoco più ragionati e tattici, portando i giocatori istintivamente a pensare alle conseguenze delle proprie azioni. Tutto questo è frutto di un level design davvero perfetto, che porta necessariamente a ponderare ogni azione da intraprendere. A questo si unisce un gunplay ancora più solido ed efficace e che questa volta basa il suo funzionamento su traiettorie dei proiettili rettilinee e discretamente prevedibili. Se in Battlefield 1 le armi difficilmente riuscivano a sparare proiettili nella direzione desiderata, in Battlefield V i proiettili vanno esattamente dove il mirino punta. Questo porta necessariamente ad una balistica sicuramente meno complessa, ma ha dei risvolti positivi nel gameplay generale. In particolare, questo funzionamento elimina il fattore “fortuna” invece presente in Battlefield 1.

 

 

In Victory, in sostanza, è il giocatore ad avere realmente in mano tutto il suo potere e questo porta inevitabilmente a un’azione più gratificante e divertente. A bilanciare il realismo dell’azione ci pensano le costruzioni di fortificazione di fortuna e la possibilità di gestire manualmente le postazioni fisse. In prova di Gamescom non abbiamo avuto la possibilità di creare coperture arrangiate nelle strade di Rotterdam, ma abbiamo compreso come questa volta le postazioni fisse possano risultare più difficili da gestire. E’ infatti vero che alcune di esse possono essere ora trainate dai veicoli mobili presenti in una mappa, ma attenzione: tali postazioni sono soggette a malfunzionamenti e non possiedono più proiettili infiniti. In sostanza, se una mitragliatrice pesante finisce le sue risorse, bisogna cercare un supporto capace di ricaricare i proiettili nell’apposita tasca. Un tocco di realismo sicuramente avvincente dagli innumerevoli risvolti strategici.

 

OCCHIO AL SOLDATO

Graficamente parlando Battlefield V non si discosta molto dal precedente capitolo. Ai nostri occhi, la 1080ti e l’i7 8700 di cui erano equipaggiate le nostre postazioni non facevano assolutamente fatica a rielaborare quanto stesse accadendo a schermo. Certamente i modelli poligonali sono stati ancor meglio definiti, mentre i rigenerati effetti post-processing aiutano a rendere l’azione più scenografica e suggestiva. Oltre a questo si segnala una cura ancor più maniacale dell’ambiente circostanze e un motore grafico che garantisce una distruttibilità totale di tutto ciò che si può effettivamente radere al suolo. In generale abbiamo poi scorto più scintille e fiamme rispetto a Battlefield 1, mentre le animazioni dei soldati si sono dimostrate davvero eccezionali.

 

 

Continuando il lavoro intrapreso con il precedente capitolo, DICE ha voluto ancor più migliorare quel feeling da “Single Player”, per la sua modalità multiplayer introducendo un set di animazioni ancor più incredibili e personalizzate. Scordatevi quindi cadute scriptate e improbabili scivolate: ogni stimolo esterno porta i soldati a reagire con animazioni personalizzate e dannatamente realistiche, il che porta a un feedback visivo mai visto prima d’ora in uno sparatutto multiplayer. In definitiva, Battlefield V sarà sicuramente uno dei videogiochi graficamente più gratificanti della stagione autunnale in procinto di arrivare.

 

 

IN CONCLUSIONE

Nonostante le numerose critiche iniziali avanzate da moltissimi videogiocatori, possiamo affermare come Battlefield V continui in modo egregio quanto già intrapreso con Battlefield 1. A conti fatti quello che abbiamo visto ci ha permesso di capire come questo nuovo capitolo possa davvero competere per lo scettro di miglior Battlefield mai creato con un mix di features di alto livello. Gameplay tattico, azione frenetica e grafica da urlo garantiranno sicuramente un feedback ludico di prim’ordine. Quello che abbiamo visto nel corso della Gamescom 2018 ci ha pienamente soddisfatto e non vediamo l’ora del prossimo 20 novembre ( il gioco è stato recentemente rimandato dalla data precedentemente fissata al 19 ottobre 2018), per verificare l’integrale qualità del titolo.

Marco Masotina

Tosto come un Krogan, gli piace essere graffiante e provocante per scoprire cosa il lettore pensa dei suoi strani pensieri da filosofo videoludico. Adora i lupi, gli eventi atmosferici estremi, il romanticismo e Napoleone.