Le periferie sono un tema centrale del cinema d’autore. Com’è successo nel caso di Ash is purest white, presentato in concorso l’anno scorso, il degrado urbano e delle estensioni connesse ai centri hanno fatto sì che nel corso degli anni numerosi cineasti abbiano affrontato questo disagio sociale, al fine di creare racconti sentiti che approfondissero con una certa artisticità il problema dell’abbandono, sia architettonico che culturale. Ladj Ly lo ha fatto creando un affresco impressionante qual è Les Misérables, lungometraggio in concorso al Festival di Cannes 2019, e per il quale vien da augurargli il meglio anche all’estero. Dal titolo dell’opera omonima di Hugo prede non solo un certo citazionismo, ma una poetica tragica, che sembra aver ripreso l’universo narrativo di Jean Valjean per attualizzare le vicende narrate nell’opera letteraria.
Il Les Misérables di Ly, esattamente come quello di Hugo prende in esame il tema dei fuori legge e dei suoi tutori, proiettando lo spettatore nel peggior quartiere popolare di Parigi stavolta con gli occhi e le orecchie di un trio di poliziotti, che in maniera freudiana rappresentano l’Es, l’Io e il Super Io, ribaltando appunto quella che era la vicenda originale dell’opera omonima, al centro della quale vi era un fuorilegge redento. Degrado, legge e infanzia sono gli ingredienti principali di un’affresco contemporaneo delle crisi sociali, con tre personaggi che a modo loro cercano di reagire plasmando la propria psicologia alle sfide quotidiane che in mezzo alla povertà, non concede spiragli risolutivi ad eccezione della povertà stessa.
Les Misérables è un epilogo drammatico dei valori occidentali
Riassunto
Ladj Ly lancia una meteora in sala, con un affresco moderno dalle tinte poliziesche, rivisitando il dramma di Hugo, quasi tirando le somme di quanto successo a 160 anni di distanza. Les Misésables è un rendiconto moderno su quanto il drammaturgo abbia ipotizzato all’epoca del Decadentismo, attualizzando e mitizzando l’opera, che della povertà di Parigi e della cultura di strada ha fatto la sua forza. Un’opera filmica figlia del poliziesco americano, che assurge gli stilemi più fruibili ad una vera e cristallina rappresentazione artistica del cinema. Degno di Cannes, degno di ammirazione reverenziale.